![](https://slyvi-hosting.s3.amazonaws.com/teampages/380828104449/images/imported/wp-content/uploads/2011/10/tribunale-brindisi-e1439287064735.jpg)
E' il colpo di grazia. Il giudice ha disposto la confisca del villaggio turistico 'acque chiare' e di tutte le villette che da anni sono oggetti di polemiche e battaglie tra la stessa magistratura ed i proprietari.
12 MAG - "La Cassazione, in accoglimento del ricorso della Regione Puglia, eccezionalmente proposto ex art. 428 c.p.p. anche ai fini penali e non solo per gli interessi civili, ha disposto un nuovo giudizio a carico di tutti gli imputati in precedenza prosciolti dal G.U.P.” nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati nella Asl di Brindisi. A comunicarlo una nota dell’Avvocatura Regionale della Puglia.
Nel dettaglio, la nota spiega che "con riferimento ad un giudizio stralcio del più ampio procedimento penale pendente nei confronti di numerosi imputati (51), tra cui funzionari e dirigenti ASL (cui la Procura contesta a vario titolo di aver pilotato decine di altre gare pubbliche bandite dalla ASL di Brindisi) la V Sezione penale della Corte di Cassazione, in data 11.5.2016, ha accolto il ricorso promosso dal Presidente Michele Emiliano, per la parte civile Regione Puglia, con il patrocinio dell’avv. Francesco Marzullo, nonché il ricorso della Procura di Brindisi, contro la sentenza di non luogo a procedere emessa dal G.U.P. di Brindisi che aveva assolto i vertici delle società coinvolte, nonché i funzionari istruttori dell'ASL di Brindisi e i componenti della commissione di gara, dai reati di falso ideologico, frode in pubbliche forniture, abuso di ufficio e turbativa, in relazione a due gare bandite dall'ASL di Brindisi del valore di circa 6 milioni di euro”.
E' il colpo di grazia. Il giudice ha disposto la confisca del villaggio turistico 'acque chiare' e di tutte le villette che da anni sono oggetti di polemiche e battaglie tra la stessa magistratura ed i proprietari.
Per il complesso turistico e alberghiero Acque Chiare, sottoposto a sequestro nel 2008, arriva la confisca. Tutto confiscato e acquisito al patrimonio comunale. Una doccia fredda per i centosettantaquattro proprietari di ville che speravano venisse riconosciuta quanto meno la buona fede nell’avere acquistato le abitazioni nel villaggio realizzato dal costruttore brindisino Vincenzo Romanazzi. E invece il giudice ha deciso per la confisca e inoltre ha rigettato le domande risarcitorie di tutti i proprietari avanzate nei confronti degli imputati e del Comune di Brindisi rappresentato dall’avvocato Augusto Conte.
Ovviamente la partita è ancora tutta da giocare. Ricorreranno in Appello e poi c’è anche la Cassazione. C’era chi in aula ricordava il processo per la tangentopoli brindisina: in primo grado tutti condannati, ma Corte di appello e Corte di cassazione hanno ribaltato tutto. La sentenza. Il giudice monocratico Francesco Aliffi è entrato nell’aula «Metrangolo» alla 14,30 in punto.
«Visti gli articoli 533 e 535 del codice di procedura penale dichiara Romanazzi Vincenzo, Cafaro Bruno Romano, Cioffi Carlo e Orsan Severino colpevoli del reato loro ascritto in concorso e condanna Romanazzi e Cafaro alla pena di anni uno e mesi sei di arresto ed euro 30mila di ammenda oltre al pagamento delle spese processuali. Ordina che la pena inflitta agli imputati rimanga sospesa, condizionando il concesso beneficio all’eliminazione delle conseguenze dannose del reato mediante la corresponsione dell’intera somma liquidata alla parte civile nel presente procedimento a titolo di risarcimento del danno nel termine di giorni novanta dalla data di irrevocabilità della presente sentenza. Condanna in solido Romanazzi Vincenzo, Cafaro Bruno Romano, Cioffi Carlo e Orsan Severino al risarcimento del danno in favore della parte civile Regione Puglia (rappresentata dall’avvocato Francesco Marzullo; ndr), danno da liquidarsi in sede civile, ed a rifondere alla predetta parte civile le spese di costituzione che liquida in complessivi euro 15mila, oltre Iva e Cap come per legge. Visto l’articolo 539 comma 2° e 540 comma 2° del codice di procedura penale, in accoglimento accoglimento della richiesta della parte civile Regione Puglia, condanna i predetti al pagamento di una provvisionale pari alla somma di 50mila euro immediatamente esecutiva. Rigetta tutte le domande avanzate dalle ulteriori parti civili costituite nei confronti degli imputati e del responsabile civile Comune di Brindisi. Visto l’articolo 44 comma 2° Dpr n. 380 del 2001, dispone la confisca di tutti i terreni e di tutte le opere in penale sequestro e l’acquisizione gratuita nel patrimonio del Comune di Brindisi».
La pubblica accusa. Il giudice Aliffi ha accolto le richieste avanzate dal rappresentante la pubblica accusa, sostituto procuratore Antonio Costantini. Ha aumentato di tre mesi la condanna richiesta per Romanazzi e Cafaro comminandogli un anno e sei mesi a testa invece di uno e tre mesi, ed ha ridotto da un anno a testa a nove mesi la condanna per gli altri due. In udienza alla lettura della sentenza, accanto a Costantini, c’era il procuratore Marco Dinapoli. Con la sua presenza ha voluto far sapere che l’intera Procura era a fianco del pubblico ministero Costantini che nell’udienza di lunedì era stato attaccato dall’avvocato Vito Epifani, difensore di Romanazzi. Epifani aveva accusato il rappresentante la pubblica accusa di avere condotto il processo a senso unico, perché convinto colpevolista e quindi di non aver tenuto conto di tutta una serie di elementi che invece provano che non vi sono stati illeciti.